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Sentieri 
DIACONI

Titolo: DIACONI
Autore: Mario D'Elia
Collana: Sentieri
Edizione: Prima edizione
ISBN: 978-88-7602-169-5
Pagine: 104
Prezzo: € 10,00

Se la testimonianza rende credibile il cristiano, il servizio rende credibile il diacono. La Chiesa gli chiede di seguire Gesù, che “è venuto per servire e non per essere servito”. Evangelizzazione, liturgia e carità, i principali ambiti operativi. Ma la ricerca dell’autore è particolarmente orientata a riscoprire il fondamento biblico del diaconato, riletto attraverso il ministero ventennale. In appendice, l’omelia pronunciata dal vescovo Tonino Bello – grande promotore del diaconato permanente – durante il rito di ordinazione di Mario D’Elia.

Sentieri 
Padre PIERSANDRO VANZAN s.j.

Titolo: Padre PIERSANDRO VANZAN s.j.
Autore: Melania Stefàni
Collana: Sentieri
Edizione: Prima edizione
ISBN: 978-88-7602-173-2
Pagine: 456
Prezzo: € 20,00

Animatore di gruppi giovanili, docente, scrittore, conferenziere, predicatore di esercizi spirituali, assistente e suscitatore di novità di vita in ambiti associativi e culturali, redattore della rivista La Civiltà Cattolica per circa trent’anni: spendendosi con generosità nell’ampio solco dell’apostolato gesuitico, padre Piersandro Vanzan ha reso un’intensa testimonianza di vita cristiana, tipica della persona ricca di doti umane e intellettive ma soprattutto pervasa dal forte senso di Dio. Umanità, audacia intellettuale, esemplarità cristiana: costituiscono, in sintesi, i temi generatori del volume e disegnano la figura che lo ispira. Come sottolineato dal direttore emerito GiamPaolo Salvini in prefazione, padre Vanzan ha lasciato scritti di grande riferimento e «soprattutto un numero impressionante di amici, che molto gli devono dal punto di vista spirituale». La biografia appena data alle stampe, nasce proprio dalla «rete di relazioni molto intense che il padre ha saputo coltivare e mantenere feconde nel tempo» da pari a pari. Dallo stesso ambito è scaturita l’urgenza della testimonianza su di lui. Ed ecco che nel ‘dies natalis’ di padre Vanzan, Melania Stefàni si fa espressione della rete di amicizie e autrice della pubblicazione che raccoglie magistralmente in un unico corpo i ricordi molteplici e le immagini veramente indelebili del ‘padrello’ – come affettuosamente appellato per l’umiltà della persona e l’esile corporatura – con l’intento di riproporne la figura, e a tutto tondo, attraverso il metodo della scrittura collettiva. Nell’ampia biografia-testimonianza sono presenti gli “amori” del religioso, quelli che attingono alle figure di santità, ai personaggi e agli ambienti a cui si è dedicato con maggiore passione. La carrellata va dai sacerdoti don Zeno Saltini, don Primo Mazzolari, don Enzo Boschetti e don Pietro Pappagallo che hanno fatto grande la Chiesa, ai laici impegnati come Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira che hanno scritto pagine significative della storia d’Italia, alle espressioni di ‘santità nascosta’ come quelle di Giovanna Spanu e “Nennolina”, fino alle manifestazioni di ‘santità al limite’ di Simone Weil, Etty Hillesum ed Edith Stein. Particolare rilievo è riservato al profilo esistenziale di Giovanni Palatucci, il vicequestore di Fiume che ha salvato migliaia di ebrei per poi morire deportato a Dachau, icona di cristiano che ha vissuto ante litteram, a metà Novecento, l’impegno richiesto ai christifideles laici dal Vaticano II, e come tale figura di riferimento non solo per il Nostro, che ne ha sostenuto la causa di beatificazione e contribuito a dirigere l’associazione omonima, ma anche per il mondo ebraico che lo ritiene “giusto tra le nazioni”, e per le istituzioni italiane – in particolare la Polizia di Stato – che lo ha adottato a modello imperituro d’impegno umano e professionale. Esemplarità, dunque, ma anche audacia. Il libro è un attestato di riconoscenza a padre Vanzan per la sua audacia intellettuale. Giammai si è sottratto al dibattito sui temi più scottanti e urgenti nella Chiesa, come la formazione, il ruolo e la santità dei laici e della donna, la riforma della vita consacrata, l’amicizia tra ebrei e cristiani, il dialogo interreligioso soprattutto con l’Islam, lo sviluppo della dottrina sociale in rapporto alle spinte latinoamericane. Per questa disinibita e coraggiosa modernità nella manifestazione della fede, accompagnata dal suo significativo tratto di cordialità e generosità umana, sono proprio in tanti coloro che desiderano manifestare gratitudine al ‘padrello’ gesuita, da non dimenticare, anzi da segnalare come paradigma d’impegno terreno a un anno dall’ingresso nella Gerusalemme celeste, e soprattutto nell’Anno della fede, che intende segnalare figure esemplari di santità cristiana a cui ispirarsi e da imitare. L’autrice si è fatta interprete di questo multiforme sentimento, che alimenta teneramente alla lampada delle espressioni più semplici ed efficaci del ‘padrello’: come quella secondo cui «Dio scrive dritto anche sulle righe storte», che apre spazi d’impegno a ogni uomo e donna di buona volontà; o all’altra, ancora più ricca di speranza, che dice: «Finché qualcuno è in grado di spendersi per gli altri, c’è una luce accesa per tutti». È appunto il fuoco che arde negli amici spirituali di padre Piersandro Vanzan.

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VECCHIE CIABATTE... CALZARI DI ANGELI

Titolo: VECCHIE CIABATTE... CALZARI DI ANGELI
Autore: Mimmo Battaglia
Collana: Sentieri
Edizione: Prima edizione
ISBN: 978-88-7602-168-8
Pagine: 184
Prezzo: € 15,00

Sì, è felice di essere prete, don Mimmo Battaglia. E lo afferma pensando al suo grande predecessore nella presidenza della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, don Mario Picchi: era prima di tutto e soprattutto un prete. Da questa sua vocazione veniva tutto il resto. La sua forza consisteva nello stare in adorazione davanti al suo “Maestro”. E proprio stando davanti a lui, da discepolo ha appreso la capacità di donarsi senza misura. Lì ha trovato “la forza di scegliere da che parte stare, di schierarsi, di sporcarsi le mani”. Ecco, questo prezioso volume ci ricorda che dobbiamo lasciarci convertire dai poveri. E’ più che sicuro che ci aiuteranno a cambiare vita, a uscire da noi stessi, a vivere la vita come servizio, se a loro ci accosteremo “con delicatezza e massimo rispetto, deponendo ogni pregiudizio, ogni diffidenza, ogni stereotipo, ogni corteccia che ci chiude, ogni sovrastruttura”. Proprio come Mosè, invitato a togliersi i sandali al monte di Dio perché era “terra santa”. E l’altro, soprattutto il povero, è più che terra santa, se è vero com’è vero, che è sacramento di Cristo, una sua presenza reale (+ Antonio Cantisani, arcivescovo di Catanzaro-Squillace).

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