| Titolo: E POI, FU AUSCHWITZ Autore: Cinzia Scarano Collana: Città uomini cose Edizione: Prima edizione ISBN: 978-88-7602-298-2 Pagine: 632 Prezzo: € 30,00
Cosa rappresenti Auschwitz nella vicenda umana, è difficile dirlo. Qualsiasi lettura sintetica risulta riduttiva. Sicuramente un punto di non ritorno. In quel luogo, alcuni hanno dissipato quanto l'Occidente ha incrementato nel corso dei secoli: fede, umanesimo, civiltà giuridica, diritti umani, primato della coscienza.
Auschwitz è l'evidenza del più vasto ed efferato genocidio nella storia del genere umano? È il punto più abissale della sofferenza innocente e ingiusta? È il luogo di accumulo dei peggiori crimini contro Dio e contro l'uomo? È l'espressione della follia umana allo stato puro? È la materializzazione del tremendum, del male, dell'orribile, del mostruoso? È l'acme dell'antigiudaismo? È la manifestazione eclatante di quanto sia infida e dannosa l'indifferenza umana? È il punto più basso della corruzione dell'etica? È la cesura più dolorosa, la frattura più scomposta nello svolgersi del nesso divino-umano? È lo sbocco perverso del potere ideologico, nazionalistico, imperialistico, dittatoriale? È l'espressione dell'assenza e della morte di Dio? È la centrale di annientamento di ogni senso umano?
L'Autrice non si sottrae alla querelle storico-filosofica, affrontandola segnatamente nell'ultimo capitolo, ma persegue innanzitutto un altro obiettivo: dimostrare che l'Olocausto e le attività persecutorie e di sterminio perpetrate ad Auschwitz (a danno di ebrei, di dissidenti politici, di pregiudicati comuni, di omosessuali, di rom, di disabili, di malati di mente, di testimoni di Geova, di asociali) costituiscono solo la punta dell'iceberg di un'intensa attività criminale supportata dall'ideologia della purezza e del primato della "razza ariana". Significando che la sequenza di avvenimenti che ha portato alla soppressione di sei milioni di persone, "gasate" e incenerite oppure ridotte in stato di schiavitù, è stata vasta e progressiva, e che oggi, per analogia, potremmo evitare i postumi dell'ondata nazionalistica, xenofoba e razzista in atto, riconoscendo i prodromi.
Tanto spiega il titolo E poi, fu Auschwitz. E giustifica l'accurata ricostruzione degli eventi che confluiscono nell'aberrante estuario di Auschwitz. Si tratta di una sequenza circostanziata e documentata di fatti - ciascuno richiamato con il nome degli artefici, evidenziato nella giusta proporzione e perfettamente collocato in senso temporale e spaziale - che vanno dalla nascita di Adolf Hitler (20 aprile 1889) alla sua ascesa politica (1933); dal rogo dei libri indesiderati al regime hitleriano, alla pubblicazione di testi scolastici centrati sulla questione razziale; dalla formulazione e proliferazione delle "sacre" teorie discriminatorie, alla soppressione della stampa cattolica e selezione degli artisti secondo rispondenza ai "principi estetici del nazionalsocialismo"; dalla prima deportazione nel campo di concentramento e di lavoro di Sandhausen (22 marzo 1933), alla notte dei lunghi coltelli (30 giugno 1934); dal conferimento dei pieni poteri al Führer (agosto 1934), all'esplosione dell'antisemitismo (settembre 1935); dalla soppressione dei diritti civili del popolo ebreo, alle epurazioni da ogni ambito scolastico e d'insegnamento, di impiego, di attività commerciale, di appartenenza ad ordini professionali; dall'invasione della Polonia ad opera delle truppe tedesche, al conflagrare della seconda guerra mondiale (1° settembre 1939); dalla "sterilizzazione forzata" dei portatori di malattie ereditarie (1933), all'"eutanasia di Stato" a carico di malati di mente, disabili e "deformi" [adulti (1939) e bambini (1940)] nella convinzione che è possibile e doveroso gestire la vita altrui non rispondente a "criteri di normalità"; dalla ghettizzazione degli ebrei nei territori polacchi occupati (21 settembre 1939), all'organizzazione dei "reparti speciali" per annullare tutti i "nemici del Reich"; dalla "soluzione finale" (20 gennaio 1942), alle deportazioni di massa nei campi di concentramento, organizzati a fini "rieducativi", di schiavismo, di "sperimentazione scientifica" e di sterminio, per terminare con il processo di Norimberga (20 novembre 1945 - 1° ottobre 1946). |